Restauro e consolidamento del complesso monumentale di Campanile
(…)
L’antico complesso ecclesiale che oggi chiamiamo di Campanile fin
dall’altomedioevo fu sede di una importante Pieve che ebbe in origine
la denominazione di S.Maria in Centumlicinio e nel pieno e tardomedioevo
quella di S.Maria in Fabriago. Fu uno di quei siti privilegiati su cui,
con l’espandersi del Cristianesimo dai centri cittadini alle campagne,
a partire dal VI sec., ma principalmente nei secc. VIII-IX, sorsero in
quella che sarà la Romagna le cosiddette pievi rurali. Infatti nelle
nostre campagne il passaggio dal mondo romano all’organizzazione
civile cristiana tipica dell’altomedioevo avvenne attraverso la
suddivisione del territorio municipale in una serie di circoscrizioni
plebane ben delimitate e caratterizzate da un popolamento rurale di
entità molto variabile, che presero il nome di plebes.
Durante
la sua storia piu’ che millenaria la Pieve di S.Maria in
Centumlicinio-Fabriago ha subito notevoli devastazioni in gran parte
provocate da cambiamenti di corso e da esondazioni del Fiume Santerno ed
anche diversi rifacimenti. Fu il centro di un Plebato territorialmente
molto esteso (circa
5200 ettari), florido e ben popolato, tanto che nel XII sec. il suo capoluogo venne
anche citato come Castrum Fabriaci. Ma nel XIII sec. Il suo
territorio era occupato per la maggior parte da selva e palude, cosicché
i suoi abitanti si sottomisero a Lugo. Solo la lunga opera di bonifica
di età moderna, iniziata dagli Estensi di Ferrara nel XV sec. e
protrattasi fino al XIX sec., ridiede al territorio dell’antico
Plebato quell’assetto di floridità agricola ed economica che aveva
conosciuto in origine. Attualmente il complesso monumentale di Campanile
è costituito da una splendida torre cilindrica di architettura
tipicamente ravennate – unico esempio integro in area rurale di tale
tipo di campanile – la cui costruzione è fatta risalire all’XI sec.
e da una chiesa a navata unica ricostruita agli inizi del XVI sec.
sull’antica chiesa plebale a tre navate rasa al suolo nel XIII sec.
dalle alluvioni del Fiume Santerno. La vetustà, la complessità della
sua storia connessa anche alle vicessitudini paleoambientali e
paleoclimatiche, la classica bellezza e rarità architettonica del
campanile che svetta da mille anni nobile ed imperturbabile sulla
campagna circostante ne fanno un sito di grande fascino e di estremo
interesse, intimamente connesso alle piu’ profonde radici culturali e
religiose della nostra terra. Una serie di indagini specialistiche sui
laterizi, sulle malte di allettamento, sui materiali lapidei e sul
parametro murario piu’ in generale - eseguite su indicazione della
Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici di Ravenna - ha
consentito la redazione di un progetto esecutivo consono ed adeguato
alle attuali tecniche di intervento. Per quanto riguarda la torre sono
stati effettuati interventi di restauro al parametro murario utilizzando
laterizi di spoglio coevi a quelli sostituiti, è stato consolidato il
tetto, sono stati rifatti i piani in legno all’interno e sono stati
messi in opera dei dissuasori elettrici per la protezione dai piccioni.
Numerosi anche gli interventi sulla chiesa, fra cui la messa in
sicurezza del tetto, il restauro del parametro murario esterno, la
sostituzione della incongrua pavimentazione esistente con una a marmette
di cotto posate “a calcina” (simile a quella originaria), un nuovo
altare in pietra d’Istria, la tinteggiatura interna, il restauro del
portone di ingresso, l’impianto di illuminazione interno ed esterno ed
una sistemazione delle aree esterne adeguata e confacente
all’importanza architettonica e culturale del complesso monumentale di
Campanile.
Inoltre sono
state restituite al loro antico splendore le 14 panche in dotazione alla
chiesa che, ripulite da vari strati di vernice, hanno rivelato splendide
e raffinate decorazioni a tempera su fondo ocra con ornamenti a volute e
motivi vegetali in azzurro, con stemma gentilizio al centro dello
schienale. E’ stato pure restaurato e restituito
all’aspetto originario un grande crocifisso in legno dipinto con
Cristo laccato e dorato di area Emiliano-Romagnola. Questo splendido crocifisso
sormonta attualmente l’altare maggiore della chiesa, al centro del
presbiterio. (…)
(Augusto Fabbri)